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Autocontrollo sull’igiene dei prodotti alimentari

Autocontrollo sull’igiene dei prodotti alimentari

HACCP acronimo di Hazard Analysis Critical Control Point ovvero analisi del rischio dei punti critici di controllo, nacque negli Stati Uniti a inizio anni 70 a cura della NASA allo scopo di creare una procedura per lo stato igienico degli alimenti degli astronauti che andavano nello spazio. La procedura che si sviluppò con successo fu presa in considerazione dalla FDA organo di controllo per alimenti e farmaci negli Stati Uniti che la sviluppò nell’ambito alimentare civile per la produzione e distribuzione di alimenti. A inizio anni 90 la procedura fu adottata dalla Comunità Europea che emanò una Direttiva comunitaria nel 1993 a cui si dovevano adeguare con apposite leggi tutti gli stati membri. L’Italia si adeguò nel 1997 emanando il Decreto Legislativo n° 155 del 28 maggio sull’autocontrollo del’igiene dei prodotti alimentari a cui si dovettero adeguare tutte le aziende del settore alimentare dalla produzione alla distribuzione al consumatore. Col tempo il D.L.vo 155/97 è stato abolito e al suo posto l’Italia ha emanato il cosiddetto pacchetto igiene che è stato regolamentato con il Decreto Legislativo n° 193 del 2007 attualmente in vigore per tutte le aziende del settore alimentare.


I professionisti della Bioambiente eseguono un accurato sopralluogo del sito individuando tutti i punti critici di controllo da monitorare, inoltre si esegue una piantina del sito, informazioni sul numero di personale presente e elenco di tutte le attrezzature in carico all’azienda; quindi si procede all’elaborazione di un piano di autocontrollo dell’ igiene dei prodotti alimentari firmato e timbrato da professionista abilitato scritto ad Ordine Professionale. S’individua il team di lavoro e si procede a mettere in itinere il piano di lavorazione ai sensi del Decreto Legislativo n°193 del 2007. Contestualmente all’elaborazione del piano di autocontrollo si procede a prelievi eseguiti con tamponi di tutte le superfici ritenute a rischio ivi compreso le mani degli operatori. I tamponi vengono conservati in apposito contenitore ad hoc e portati in laboratorio per eseguire le analisi; il laboratorio che esegue le analisi è certificato Accredia e presenta inoltre tutte le certificazioni richieste in ambito alimentare. Le analisi vengono ripetute periodicamente con cadenza almeno semestrale e i referti analitici sono consegnati in copia al cliente per conservarli nell’apposito catalogatore HACCP; l’altra copia resta in possesso della Bioambiente e i risultati inseriti a PC in apposito file dedicato. I professionisti incaricati di seguire il cliente restano in diretto contatto con i referenti per seguire e aggiornare l’azienda su tutte le variazioni legislative in ambito alimentare.

  1. D.L.vo 193/2007
  2. Direttiva 2000/13/CE
  3. Regolamento CE 852/2004
  4. Direttiva 2006/142/CE
  5. D.L.vo 114/2006
  6. Regolamento UE 1169/2011


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